«La morte è la cosa più normale e naturale della vita, eppure siamo incredibilmente abili nel comportarci come se fosse una sorprendente anomalia». La morte (non ne parlavo da un po’, vero?) non è il tema centrale de La seconda onda. Trovare il successo, la felicità e un senso profondo nella seconda metà della vita di Arthur C. Brooks (Aboca) che però ci ricorda che: «(…) l’americano medio pensa che l’inizio della “vecchiaia” sia sei anni dopo l’età media in cui le persone muoiono».
E ora sono curiosa.
Arthur C. Brooks continua dicendo che: «Noi evitiamo di pensare realisticamente alla lunghezza delle nostre vite e al tempo che ci resta, cullandoci nella falsa credenza di avere tutto il tempo del mondo. Questo cancella l’urgenza dei cambiamenti vitali, come saltare sulla seconda onda» che altro non è che la seconda parte della vita, dove la nostra intelligenza passa da essere fluida a cristallizzata il che ci regala nuove potenzialità che emergono… dopo i 40 anni circa.
Ora torniamo alle solite cose che oggi la lista è lunga.
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
Fino al 13 ottobre in Triennale, a Milano, c’è la mostra Io sono un drago La vera storia di Alessandro Mendini che per descriversi aveva parlato della sua coda da poeta, le gambe da grafico e il petto da manager.
È uscito un nuovo libro di Elisa Motterle Bon ton pop al lavoro. 80 consigli di business etiquette per migliorare la tua vita professionale (HarperCollins). Sì ne hai bisogno anche tu. Lo presentiamo insieme a Milano il 21 maggio alle 18.30 da Spaces in via Turati 30. Ci vediamo là.
Partendo da una ricerca di LinkedIn secondo la quale oltre il 75% di chi si candida a una posizione si informa sulla reputazione dell’azienda prima di proporsi, Talent Garden fa un elenco di vantaggi per le aziende di lavorare sull’employer branding:
il costo delle assunzioni può diminuire fino al 50%
il turnover si abbassa fino al 30%
l’onboarding è più rapido
persone più coinvolte portano risultati migliori, sia in termini di produttività che di coinvolgimento.
Sul tema: l’importanza strategica della sezione career sui siti aziendali (ma questo andrebbe nel bignami del marketing: c’è sovrapposizione).
87,3% le persone che lavorano e che sostengono che fare del lavoro il centro della propria vita sia un errore. La fonte è questa indagine del Censis secondo la quale il 72,7% dei lavoratori è disposto a destinare un’ora in più al lavoro, ma solo in cambio di molti più soldi. In breve: la logica del lavorare di più per consumare di più non è più prevalente nel sistema valoriale e nello stile di vita degli italiani che - chiaramente - vogliono usare diversamente il proprio tempo libero dal lavoro.
E, quindi, se non rispondere alle mail e alle chiamate dopo l'orario di lavoro diventasse una legge?
IL BIGNAMI DEL MARKETING
Il marketing giustifica il prezzo. Anche del vino. Ne parlano Laura Cappon e Francesco Maselli in Vigna la seconda puntata del lessico di
.«Avendo un budget milionario (da far fruttare) scommettereste tutto su un esordiente sconosciuto o su un cavallo che ha già dimostrato di poter vincere?». A chiederlo è
su qui.Il customer journey si è fatto ancor più complesso: prima di decidere di acquistare un prodotto da un brand che non conosceva già il 60% dei consumatori intraprende almeno 6 azioni, il 70% quelli che cercano su Google per fare valutazioni sugli acquisti su prodotti che hanno attirato la loro attenzione sui social media. È uscita la guida al retail 2024 di Google.
L’entusiasmo per le intelligenze artificiali si sta un po’ stemperando, ovvero tra chi mette i soldi comincia a diffondersi una certa prudenza.
Facciamo un podcast? È giusto rispondere ai commenti? Quanti post sui social devo pubblicare? Quante volte hai mentito sulle metriche con cui si misurano le attività in Rete? Queste e altre domande bellissime nel libro: Dire qualcosa non vuol dire avere qualcosa da dire, di Rocco Rossitto (Apogeo). Sono nei ringraziamenti, non so perché.
È possibile essere fan di un supermercato? Non lo so, ma di una raccolta punti sì. Al catalogo Fidaty di Esselunga sin dalla sua nascita nel 1996 lavorano (qui ci sono un po’ di dati e curiosità) persone che fanno una selezione dei prodotti e delle esperienze da inserire (tra cui, storicamente, tanti oggetti di design). Quest’anno nel catalogo - quanto sono felice - c’è anche Myriam Sabolla con La stagione vegetale. Cucina green per tutti i giorni (Slow Food Editore) che vi portate via con 2800 punti.
Il Centre Pompidou sta facendo un lavoro divertente su Threads (che in questo caso fa il paio con quanto dicevo su delle mail):
📖 STO LEGGENDO
Il femminismo non è un brand, di Jennifer Guerra (Einaudi).
La ricreazione è finita, di Dario Ferrari (Sellerio Editore Palermo).
🗄️ HO COMPRATO
Due cuscini di seta. Sì funzionano.
Un materassino, per un pigiama party dell’adolescente.
Una borsa per la spesa per mia mamma che la voleva proprio così.
Due cavalletti porta piatti, uno l’ho usato per un quadro.
Una cantinetta in plastica per la cantina.
🗄️ DALL’ARCHIVIO
Nel 2013 il mio blog ha compiuto 10 anni, quindi ora sono 21, e ho mandato la mia prima newsletter che - grazie all’oggetto: Vuoi una fetta di torta? - ha avuto l’80% di Open Rate.
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Quella precedente, Oggi sono in ferie, ha avuto il 56% di Open Rate. Il link più cliccato è stato quello del test di autovalutazione per capire cosa sta facendo deragliare la propria carriera. È un periodo un po’ così.
Centre Pompidou GENI 🤣
La mostra di Mendini in Triennale: una meraviglia!