[tl;rl 115] Chi sono le persone che ti stanno antipatiche?
Oggi io non sopporto nessuno. Oggi.
«(...) l'accademia è un mondo psicotico affetto da una grave dispercezione della realtà, popolato da individui dotati di fama estremamente limitata (alcune micro-aree del loro micro-campo di expertise), che operano in un settore marginale e assolutamente indigente come quello della cultura, e che nondimeno si sentono delle rockstar, e hanno ego e comportamenti commisurati a questa loro convinzione. Gente che scuote la testa incredula nel constatare che il loro La metrica della poesia vernacolare italiana tra Ottocento e Novecento ha venduto meno dell'ultimo Strega. (...) Gente che non ti dice ma ti fa capire che “lei non sa chi sono io”, e che non si rende conto che è esattamente così: questo però dovrebbe essere sufficiente a fargli abbassare la cresta, anziché considerarlo una mia imperdonabile mancanza».
Dario Ferrari in La ricreazione è finita (Sellerio). Ma vale un po’ per tutti gli ambienti, direi.
E ora torniamo alle solite cose che oggi ne ho per tutti. Oggi.
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
«L’invidia è una fonte ricchissima di informazioni su di noi. Oggi te ne parlo perché anche ragionare per contrasto e differenza è un buon modo per avvicinarci a chi siamo e a cosa vogliamo. E quando lo sappiamo, diventiamo infinitamente più efficaci nelle situazioni che potrebbero metterci in difficoltà, come ad esempio un colloquio o una conversazione scomoda, ma anche nella vita di tutti i giorni, quando abbiamo quella cosa che vorremmo dire o fare e che ci rimane bloccata da qualche parte nel corpo», a spiegarlo è
nella newsletter dove poi continua: «Se non ti viene in mente nessuno, allora arrivo con il carico pesante: chi sono le persone che ti stanno antipatiche? Non intendo gli esempi eclatanti alla Donald Trump per capirci, ma quelle persone che conosci che ti fanno ribollire il sangue. E perché te lo fanno ribollire? Te lo chiedo perché le cose che ti fanno arrabbiare dicono più di te che di quella persona. Magari è chi si prende i meriti degli altri: potrebbe voler dire che per te l’equità del riconoscimento è una cosa importante». Leggila tutta qua.Il problema di chi ha carisma, ma manca di umiltà.
La cosa più interessante che ho letto finora sulle AI l’ha scritta
che parla di AI Generatrici, cioè co-autrici: «Abbiamo dei software per creare contenuti partendo da istruzioni, che devono prevedere anche informazioni corrette, per evitare errori. A chi servono questi software? Una risposta alternativa a quanto normalmente si pensa, soprattutto quando si teme che verranno usati per sostituire dei professionisti, è: servono a chi ha idee, intuizioni, informazioni, ma non la capacità per creare gli artefatti necessari per condividerli. Che siano un testo, un’immagine, musica, un video, un’illustrazione. Questo punto di vista ci risulta difficile perché tendiamo a considerare il risultato come parte integrante dell’intelligenza: sapere cosa scrivere per poter scrivere. E se ci fossero migliaia di persone che saprebbero cosa scrivere ma non lo sapessero fare?». L'articolo completo è qui.Talento non è sinonimo di giovane età. A dirlo sono le persone di HR intervistate dallo studio sulla diversity e inclusion generazionale di Valore D. Si scarica qui.
Pare che i millennial - in un confronto coi baby boomer - siano ottimisti riguardo alle loro finanze. Più della generazione X - a cui appartengo - sicuramente. E a ragione.
Sul tema della consapevolezza economica e finanziaria: sabato 22 e domenica 23 giugno a Roma c’è il Festival del benessere finanziario. Due giorni di talk, workshop, laboratori, standup comedy, interviste. Tutto sui soldi.
IL BIGNAMI DEL MARKETING
Racconto sempre (ma mica solo io) che ogni giorno (non per dire: proprio ogni giorno) il primo che passa (e no non è maschile sovraesteso in questo caso: è proprio il primo che passa) mi dice come fare il mio mestiere.
da dove parlava de L'inutile link nel primo commento, su LinkedIn (che poi nel caso dei link funziona pure, ma fa cafone e comunque non è questo il mio mestiere).
Da un po' ho un metodo. Dico: «Ok, facciamo un test, una prova». Così vediamo se quell’idea ha un senso, ma è un test che di solito (ma pensa!?) spiega che l’idea non funziona perché «(...) siamo sempre alla ricerca della falla nell’algoritmo, del trucco che sappiamo solo noi di cui in California non si sono ancora accorti» citando
Giorni fa - anche se parlando d’altro - mi hanno girato questo minicorso che ti consiglio:
📖 STO LEGGENDO
Il costo della virilità. Quello che l’Italia risparmierebbe se gli uomini si comportassero come le donne di Ginevra Bersani Franceschetti e Lucile Peytavin (Il Pensiero Scientifico Editore).
La ricreazione è finita di Dario Ferrari (Sellerio), poi ne parliamo Luca ché io ci metto un po’ a finire i libri.
Quando muori resta a me, di Zerocalcare (Bao Publishing) che è molto bello e lui ne parla qui, mentre parla anche di altro.
🛒 HO COMPRATO
Un’etichettatrice di quelle col nastro nero su cui si stampa per pressione a rilievo. E visto che ero convinta che l’avrei usata tantissimo ho preso anche dei nastri aggiuntivi. Se t’interessa non prenderli: nella scatola ce n’è già uno, l’ho scoperto dopo.
🗄️ DALL’ARCHIVIO
A me non piace stringere le mani, ma poi me le sporco volentieri nell’orto. Ne ho parlato nel libro Quali soldi fanno la felicità? Perché le donne non sono pagate abbastanza, e altre domande audaci di Annalisa Monfreda (Feltrinelli) e nella newsletter Spuntini di
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Quella precedente, A che età inizia la vecchiaia?, ha avuto il 52% di Open Rate e al sondaggio hanno risposto 572 persone. Raccontavo che in La seconda onda Arthur C. Brooks scrive: «(…) l’americano medio pensa che l’inizio della “vecchiaia” sia sei anni dopo l’età media in cui le persone muoiono». Secondo il 46% di chi ha risposto al sondaggio l’età in cui inizia la vecchiaia è 70 anni. Abbiamo tempo.
Oggi un chirurgo mi ha suggerito di come svolgere meglio il mio lavoro dandomi dei consigli tecnici. Io lavoro nell’IT, lui apre toraci.
Grazie anche qui 🙏