[tl;rl n.105] E se ne riparlassimo dopo le feste?
Nella mia testa io ho una nostra canzone e per questo volevo andare con lui a un concerto. Non ci siamo organizzati bene: troppe cose da fare e non possiamo fare tutto. Però ha preso i biglietti per andarci insieme al mio compleanno, tra qualche mese. Nel frattempo a quel concerto ci è andata la sua ex. «Si può dedicare la stessa canzone a persone diverse? Quante volte ci diciamo che la persona di fronte a noi “è un qualcosa che non c'è mai stato” salvo rimangiarci tutto al giro successivo? Gabriel Garcia Marquez diceva che il cuore ha più stanze di bordello, un modo estremamente poetico per dire che sì, si può amare a volte anche contemporaneamente, conservandone così la memoria in ognuna di quelle camere. Quello che non ha detto però, è che spesso si tende inconsciamente a riciclarne l'arredamento, a spostarne i mobili da un posto all'altro, in un atto estremo di riciclo, risparmio e più semplicemente di scarsa memoria». Inizia così il numero 110 della newsletter di Alessia Carlozzo It's friday I'm (not) in love in cui racconta del concerto di Blanco all'Ippodromo di San Siro: «35mila persone, inclusa la sottoscritta. Tutto perfetto. Sul finale partono le note del mio pezzo preferito, Afrodite, e l'attuale golden boy della canzone italiana invita la sua fidanzata a salire sul palco così da dedicarle il pezzo. Pubblico in delirio. “Come ricordo la prima volta | La prima volta da innamorato |Quel sapore non l'ho mai provato |Tu sei qualcosa che non c'è mai stato”. Eppure il pezzo era stato scritto per la sua ex. Vale lo stesso? L'emozione è sempre quella raccontata? Quando una relazione finisce, al netto delle colpe e degli strascichi emozionali, possiamo riprenderci anche le playlist che abbiamo di fatto “regalato” all'altra persona?».
E tu perché pensi a me?
Nella scorsa newsletter ho messo un paio di link a cose un po' sciocche da fare su LinkedIn: mentire, ma anche raccontare davvero tutto. Poi sono stata in Bocconi a presentare il workshop che terrò. Ero in ansia (ne avevo parlato qua). Avevo un discorso in inglese da fare, quasi a memoria: perché sono qui, cosa faremo insieme.
Com'è andata? «Tutto bene - mi dicono - tranne per una cosa: sembravi agitata».
Lo ero. E lo sono ancora. Ho dimenticato, nel presentarmi, di dire una cosa molto importante per far capire anche il mio approccio: mi sudano le mani. Era importante per me raccontare lì la mia ansia. Non dico mai bugie, le dimenticherei. E le persone si ricordano di me per la coerenza di quello che racconto, compresi i fatti miei. Tutti quelli che voglio raccontare.
Sono andata a pranzo con un'amica che mi citava una di quelle serate surreali dove incontri compagni di scuola o ex colleghi, per fare un esempio, e nessuno soffre di nulla, nessuno che ti dice che ha l’insonnia. Ecco perché non li vedo mai.
IL BIGNAMI DEL MARKETING
In che modo la comunicazione cambia le aziende? Non solo come vengono percepite. Poco più di 10 anni fa Diego Bazzano si laurea in Relazioni Pubbliche allo Iulm con una tesi - relatrice Annamaria Testa - dal titolo: Parliamoci Chiaro. Perché semplificare il linguaggio della Pubblica Amministrazione. Non sapeva cosa avrebbe fatto da grande, ma dopo anni in agenzia, oggi è responsabile dei media digitali e dell’informazione ai passeggeri di ATM, l’azienda trasporti milanesi. Abbiamo capito - più che mai negli ultimi due anni - che come si dicono le cose influenza il comportamento delle persone. L'emergenza sanitaria è stata uno stress test per la comunicazione istituzionale: istituzioni, e professionisti delle istituzioni, come delle aziende, non abituati a comunicare con coerenza e efficacia già in tempi ordinari, hanno visto fallire - o alla meglio ignorare - i loro sforzi. ATM aveva già cambiato il suo tono di voce e rinnovato la comunicazione ai viaggiatori (dagli avvisi appesi alle fermate quando una linea modifica il percorso, agli annunci sonori che danno indicazioni sui cambi nelle stazioni della metro). Ho chiamato Diego stamattina alle 8 per parlare di questo tema: come la comunicazione esterna cambia le aziende all'interno? «Quando lavoravo in agenzia ho imparato la scrittura funzionale, quella che serve per spiegare le cose, ma nei miei primi anni in ATM ho fatto anche lavori che non erano proprio nelle mie corde, ma mi sono serviti per assimilare certe sensibilità aziendali nell’approccio alla comunicazione esterna. Con il cambio di management l'informazione al pubblico è diventata strategica. Oggi, in un'era digitale, dove a Milano i mezzi pubblici vengono considerati una commodity, l'informazione è il servizio». Quando succede che l'azienda inizia a cambiare? «Quando il management condivide una visione e si affida a chi se ne fa promotore. Il mio sforzo è stato quello di far capire cosa so fare. Il mio capo ha saputo trovarmi la giusta collocazione e portare il valore che so esprimere a vantaggio dell’azienda». E nel lavoro col team? «Ho trovato internamente le persone in grado di abbandonare il ferrotramvierese. E ho delegato, permettendomi così di crescere e lavorare sulla visione strategica», mi ha detto Diego Bazzano che in un'intervista di tempo fa regalava alcune buone regole: «I follower sono antenne sul territorio: ascoltare la loro voce ci dà il polso sul vissuto del servizio. Argomentare sul merito, lasciar cadere le provocazioni. Concentrarsi sulla missione: dare ai passeggeri le risposte che cercano». Vale per tutto.
Come comunicare i valori aziendali attraverso la visibilità delle e dei manager. Tanto non è vero che a loro non importa essere visibili: fanno sempre a gara.
Dice Google che l’interesse di ricerca per il termine sostenibilità in Italia è costantemente in crescita dal 2019 a oggi: siamo noi del marketing che non sappiamo più cosa inventarci. Sul tema segnalo: Net positive. Un business etico per una crescita sostenibile e profittevole di Paul Polman e Andrew Winston (Hoepli).
Una riflessione sull'importanza del contesto in ogni forma di comunicazione. Per approfondire: il caso di Untitled (Portrait of Ross in L.A.) di Felix Gonzalez-Torres.
«I social media hanno dimostrato che tutti hanno il potenziale per raggiungere un pubblico enorme a basso costo e ad alto guadagno, e quel potenziale ha dato a molte persone l'impressione di meritare un tale pubblico. (...) Le persone non dovrebbero nemmeno pensare di avere il diritto di commentare o replicare ogni cosa. Dalla richiesta di recensire ogni prodotto acquistato alla convinzione che ogni tweet o immagine su Instagram meriti like, commenti o follower, i social media hanno prodotto una resa sociopatica e positiva della socialità umana». Un articolo su The Atlantic che vale tesi di laurea. Sul tema leggi anche: 10 aziende colpite dagli account fake “verificati” su Twitter.
Nel tuo piano editoriale sta arrivando il Natale? Ricordati che c'è anche Chanukkah. Lo spiega Samu Buffa in Inclusivo plurale nella puntata Come celebrare la diversità.
Cosa significa sharenting? Lo spiega bene Flavia Brevi che ha una newsletter sulla comunicazione a cui ti consiglio di iscriverti qui.
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
Secondo uno studio di Gartner fino al 69% dell'attuale carico di lavoro dei manager potrebbe essere automatizzato entro il 2024. Il sessantanovepercento del mio lavoro. Non penserò ad altro per un po', sperandoci.
Conosci la storia dell'ikigai? Dovresti.
«Centinaia di persone che sfilano ordinate e tenendo il ritmo dopo una cerimonia con bambini cantanti professionisti, capi di Stato, figure religiose che intervenivano senza biascicare e rispettando i tempi prestabiliti e io nell'ultima conferenza stampa mi sono dovuta lanciare sul tavolo dei relatori un secondo prima dell'inizio perché a tutti era sfuggito che un partner cretino avesse buttato 50 portachiavi ancora incellophanati del suo brand lì in mezzo, dove sarebbero rimasti e avrebbero reso inutilizzabili le foto ufficiali». Me lo ha raccontato un'amica. Succede sempre. Fateci caso o ringraziate chi ci pensa per voi.
Certo, è difficile pensare di diventare magari campioni olimpici a una certa età, ma del resto la stragrande maggioranza delle persone vive senza aver mai partecipato alle Olimpiadi e conduce un’esistenza serena. Ciccio Rigoli
🛒 CONSIGLI PER I REGALI DI NATALE
Ho scritto questo libro invece di divorziare. Cronaca di liberazione dal carico mentale e altre conquiste, di Annalisa Monfreda (Feltrinelli).
La stagione vegetale. Cucina green per tutti i giorni, di Myriam Sabolla (Slow Food Editore).
Leggere i tarocchi. Una guida e molte idee per esperti e principianti, di Valentina Divitini (Salani).
Bon ton pop a tavola. Guida illustrata per ospitare a casa vostra con stile, di Elisa Motterle (HarperCollins).
🎧 HO ASCOLTATO
Guscio, un podcast di Mariachiara Montera, su Storytel, in 6 puntate che risponde alla domanda: perché andare in terapia e perché non ci andiamo prima?
Qui si fa l'Italia, un podcast in due stagioni sulla storia politica italiana, di Lorenzo Pregliasco e Lorenzo Baravalle.
Il gorilla ce l'ha piccolo, un podcast sulle relazioni sociali degli animali, e nostre, di Vincenzo Venuto con Telmo Pievani e Michele Luzzatto.
La puntata di Pan Podcast con l'intervista a Piero Macchioni che scrive Secret Breakfast, la newsletter indipendente di cibo più letta d'Italia (iscriviti qui).
La puntata di Rame con l'intervista a Cristina Fogazzi che Annalisa Monfreda presenta così: «Volevo parlare di soldi con una milionaria. Volevo sentire una voce che in modo schietto portasse a terra la teoria che, da un certo punto in poi, la felicità smette di crescere di pari passo al conto in banca». Non tanto tempo fa racconto a un mio ex capo (uno dei tanti protagonisti di Il pessimo capo) il modo di intendere il content marketing dell'Estetista Cinica. Giorni dopo, colleghi mi raccontano che andava in giro a dire che gli avevo suggerito come esempio non un competitor d'oltre oceano, ma un'estetista. Archivio in: non rendersi conto di chi si è/di chi sono gli altri. L'azienda milionaria di Cristina Fogazzi oggi prende il posto, in Duomo, di sponsorizzazioni - andando un po' a ritroso - come Coca Cola, Esselunga, Unipol, Sky e così via. Quando dici: la lungimiranza.
📖 STO LEGGENDO
La trasformazione digitale delle vendite. Innovare strategie e processi commerciali con le tecnologie, di Paolo Guenzi (Egea).
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📋 RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Ho un blog dal 2003, che si chiama Semerssuaq. La prima newsletter l'ho mandata nel 2012 e l'ultima - molto bella - l'ho mandata a settembre. Se te la sei persa, E la colpa di chi è? parla dell'importanza di avere una RACI, una matrice di assegnazione delle responsabilità.
Quindi, questa che hai letto è la newsletter numero 105, dentro ci sono 40 link e puoi inoltrarli tutti a qualcunə a cui vorresti farli leggere. A me farebbe piacere.
📩 Te l'hanno inoltrata? Non la ricevi perché non hai mai pensato di iscriverti? Puoi rimediare lasciando la tua mail qua. Dice L'Eco della Stampa che ne vale la pena.
Oltre a 105 numeri di questa newsletter ho scritto Il pessimo capo. Manuale di resistenza per un lavoro non abbastanza smart (Longanesi); Due gradi e mezzo di separazione. Come il networking facilita la circolazione delle idee (e fa girare l’economia) e Se scrivi, fatti leggere. L’importanza della riconoscibilità in Rete, entrambi per Sperling & Kupfer, ma è ancora più incredibile che io sia stata citata in questi 14 libri.
📻 Credo che il mondo sia piccolo e le connessioni un dono. Ne parlo in una serie su Storytel: Due gradi e mezzo, 10 puntate e in 4 ore sai tutto (dico sempre le stesse cose). Non ho mai preso la patente, ma so andare a remi, e ho frequentato un MBA in Bocconi e con quello che è costato tanto vale ricordarlo dove si può.
👩🎓 Dal 2012 insegno Comunicazione Digitale all’Università di Padova e sì, come raccontavo su, questo mese terrò un workshop in un MBA dell'Università Bocconi. Lo scrivo per dirmi brava, lo faccio spesso, ma non è mai abbastanza. E tu?
La prossima newsletter, con i link delle cose che ho letto sulle questioni fondamentali della vita - che mi fanno essere felice, capire meglio, essere più consapevole, triste o arrabbiata - arriva nel 2023.
❤️ Nel frattempo fai cose belle.