Sono passati 12 giovedì dall’ultima volta che ho inviato la newsletter. E nel frattempo si sono iscritte 672 persone. Grazie. Non so perché.
Non lo so. Leggo tante cose. Le appunto qua. Poi ogni tanto dico: la potrei inviare. La newsletter come una cassetta.
«T’ho fatto una cassetta, si era soliti dire negli anni novanta per anticipare un dono fisico che aveva in sé una specie di amore inenarrabile. In quel regalo, largo 10×7 cm, c’era tutto un mondo taciuto a parole di affetto e passioni, di amori nascosti e fratellanza, di ricerca e trasformazione personale. Le cassette non erano mai fatte per noi stessi, erano piuttosto componimenti poetici da dedicare ad altri, poesie di poesie. E non erano nemmeno semplici raccolte, preferisco definirli mosaici emotivi, delicati e preziosissimi perché richiedevano tempo e cura» racconta Beatrice Pagni su minima&moralia parlando di Stay True (NR edizioni) libro di Hua Hsu vincitore del premio Pulitzer 2023 nella categoria memoir.
E ora torniamo alle solite cose, mixate.
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
Non devi vincere per forza. Né dire sempre che sei più intelligente te. Lo ha detto Marshall Goldsmith, mica io.
E anche quest’anno buttar lì di continuo frasi come: «Io non ho mai fatto psicoterapia» o «Io non ne ho bisogno» non ti farà apparire una persona migliore. Anzi. Su Strategy Business, la pubblicazione di Pwc, si parla di fearless organization e di come sempre più consulenti e manager parlino di sicurezza psicologica. Come creare una cultura dell’apprendimento? Per Adam Grant «Quando i team godono di sicurezza psicologica, sono più disposti a riconoscere i propri errori e sono anche più a loro agio nel sollevare problemi ed esplorare soluzioni innovative». Un tema da approfondire. E qui c’è una campagna bellissima sul tema degli stereotipi sul disagio psicologico.
«Non si può più dire niente». L'atteggiamento oppositivo nasce dalla paura delle persone di sentirsi giudicate. Ne ha parlato
su Dealogando: «Il linguaggio è una questione altamente identitaria. Se io ti chiedo di parlare in maniera più inclusiva, il sottotesto che viene recepito è che non ti esprimi bene, quando in realtà non è di questo che si tratta. Viene preso come un attacco personale, e si tende a mettere delle barriere. Queste barriere a volte impediscono alle persone di ascoltare le vere motivazioni o anche solo di ingaggiarsi attivamente sulla questione».Di AI generativa devi sapere tutto: cosa ci hanno già fatto e cosa puoi farci (anche riempirci di spazzatura). Sì, puoi far scrivere a ChatGpt cose al posto tuo, se sai cosa chiederle di fare. Ma, fidati, togli l’elenco numerato e pure la dicitura In conclusione o In sintesi. Per non farti scoprire potrebbe bastare. Salvo che qualcuno non faccia un check.
Lavoro, equità e inclusione. Hai mai subito discriminazioni di genere sul lavoro? Partecipa a questo sondaggio.
Io racconto sempre i fatti miei. Non so fare altro. Dice Fast Company che va bene (e menomale perché quest’anno mi hanno citata in un altro libro - il quindicesimo- sul tema della costruzione di identità attraverso i media).
Si può lavorare meno? Forse sì secondo The Atlantic. E come ha detto Piero Macchioni nella Secret Breakfast di inizio anno: «When working on resolutions, remember that the goal is not to run a Michelin-star restaurant at the end of 2024, the goal is to take time for cooking every week». E su motivazioni e aspettative c’è pure una guida di McKinsey.
Sempre di mollare (un po’ o del tutto) il lavoro ho parlato con Chiara Gandolfi e Marco Ottonello nell’ultima puntata di Ti faremo sapere.
IL BIGNAMI DEL MARKETING
Dice Digiday che il CES quest’anno non è stato solo tecnologia, ma marketing.
Mancano 12 giorni a Sanremo: torna utile saperne di più sull’Auditel, quando si inizierà a parlare di share.
«I social media continueranno a diventare sempre più disparati. Internet sta diventando di nuovo un luogo fratturato e i social media si stanno allontanando dalla monolitica “unica grande storia”», spiega Benedict Nicholson su NewsWhip.
Nel frattempo io ho disinstallato X (Twitter) e sto usando Threads.
🎧 HO ASCOLTATO
Wild Baricco, che a un certo punto parla dello squarcio verticale nella formazione, nelle credenze.
📖 STO LEGGENDO
Ho conosciuto Nicola Lecca ai tempi in cui lavoravo in Mondadori. Una collega mi suggerì il libro a cui stava lavorando: La piramide del caffè (Mondadori).
Le era sembrato un buono spunto per me che stavo cercando un regalo da fare a fine di uno dei tanti eventi che organizzavo ai tempi per una delle testate del Gruppo. Quel libro parlava di lavoro, di come era stato organizzato in un manuale di regole sorpassate già ai tempi. E di una caffetteria migliore di quella della piramide che ero andata a cercare a Londra scrivendo poi all’autore per chiedergli conferma che fossi nel posto giusto.
Scrittori al veleno (Mondadori) è il suo ultimo libro. E la sua dedica è un buon augurio.
🗄️ DALL’ARCHIVIO
«Il problema del capo è che spesso i collaboratori sono davvero scarsi». Gianluca Diegoli, da qui.
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