[tl;rl] Questa non è la mia newsletter.
Issue n.78
Una parte vitale dell'atteggiamento creativo è il trovare orrende certe cose fatte, così come essere soddisfatti per altre. È sfiancante ma chi è sempre compiaciuto di ciò che ha fatto non migliora mai. Martino Pietropoli
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Questa davvero non è la mia newsletter, non come quella volta che ne ho spedita una con scritto bozza nell'oggetto. La settimana scorsa non l'ho scritta e questa neppure.
Lo ha fatto Martino Pietropoli per me. È un regalo.
Non ho tempo per far tutto io (rido) e so fare solo questo per davvero: nelle settimane prossime ci saranno altri ospiti. Un po' come David Letterman che quando non poteva andare in onda chiamava gli amici suoi a sostituirlo nel Late Show.
Martino Pietropoli è un architetto, ha un sito bellissimo e lo seguo credo da prima che fondasse L’Indice Totale, una pubblicazione di recensioni su tutto.
Disegna quasi ogni giorno e fa foto bellissime (ha pubblicato un libro su come fare - e farsi fare - foto belle col telefono), una volta ci siamo visti di corsa e me ne ha fatta una in ascensore in cui mi piaccio assai. Qui il fanclub, come dico sempre.
Quindi ora torniamo alle solite cose, anche se non scritte da me.
... «Da molto tempo ormai il mondo era troppo», Olga Tokarczuk.
Queste parole del premio Nobel per la Letteratura del 2018 mi hanno fatto pensare che siamo come antenne: a un certo punto abbiamo captato troppo rumore di fondo e non potevamo più elaborarne. Le antenne captano i segnali, tutti i segnali. Nel silenzio di questi ultimi mesi siamo diventati antenne ancora più sensibili, perché - come il cielo stellato si vede meglio al buio d’un deserto - tutti i rumori li puoi captare solo quando c’è silenzio.
Cosa succede quando senti tutto ma proprio tutto?
Che puoi scegliere due strade: impazzire oppure selezionare, filtrare, ascoltare solo certe frequenze e certe voci. Non so se siamo cambiati in meglio, ma so che siamo cambiati. Come, è ancora presto per dirlo. Io ho deciso di non ascoltare più il chiacchiericcio e di sintonizzarmi solo su pensieri più lunghi. Come si elimina il rumore di fondo? Si dà un’occhiata agli argomenti del menu del giorno dei social e li si ignora: quello è l’elenco delle cose che domani son già vecchie e dopodomani dimenticate. Il momento in cui il tempo si è azzerato (o si è resettato, a pensarci bene) è il momento ideale per gettare via i pensieri che occupano spazio nel cervello senza produrre alcun ragionamento interessante. È il momento per lasciar navigare la mente su un mare modellato da onde più lunghe, che portano più lontano. Con lo sguardo possibilmente all’orizzonte e non sul nostro ombelico. Il luogo che abbiamo frequentato più spesso in questo periodo è stato il balcone: era la stanza in più, la stanza che avevamo dimenticato di avere. Non è stato però solo un luogo fisico ma metaforico, quasi filosofico: abbiamo smesso di guardare noi stessi e abbiamo guardato fuori, dal balcone. È un cambio di prospettiva non indifferente. Per la prima volta non abbiamo più visto solo noi stessi ma abbiamo cercato gli altri giù in strada, chiedendoci se c’erano ancora o se eravamo rimasti soli. Dal balcone abbiamo guardato finalmente un orizzonte. Cosa ci abbiamo visto è ancora presto per dirlo.
IL BIGNAMI DEL MARKETING
Uno dei peggior rebranding della storia è quello di Tropicana: costò 35 milioni di dollari e causò perdite per altri 20 milioni. E alla fine tornarono alla confezione precedente.
Jo Malone, produttrice di prodotti di bellezza, stava preparando il suo lancio negli USA ma non aveva soldi per la promozione. Poi il marito ebbe un’idea chiamata in codice "Walking the dog".
IL BIGNAMI DEL DESIGN
Il modernismo in America ha prodotto quelle case stupende che si vedono nei film ambientati in California. Questa è un po’ meno nota e più nascosta, è di Schindler - uno dei più bravi anche se meno noti - e l’attuale proprietaria c’ha messo otto anni per restaurarla e riportarla all’antico splendore. Un video e una casa che portano la pace nel cuore.
Dillo con un disegno: il diario visuale della quarantena della grafica milanese Laura Sauchelli. Usa solo colori e forme per dire come sono state le sue giornate. Una delle cose più belle di un periodo che vogliamo dimenticare presto, una delle cose che invece vogliamo portare nel futuro: dire di più con meno (e già qui mi sono contraddetto).
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
Come molti in questi ultimi mesi l’illustratore Christoph Niemann (il più bravo del mondo, per me) ha cercato di imparare cose nuove. Ha quindi deciso di riprendere a suonare il piano e ha illustrato gli sforzi e le gioie dell’imparare a fare una cosa che non ti riuscirà mai bene ma chissenefrega.
La più bella intervista letta in questi mesi è a un leader della finzione, cioè un regista, cioè Paolo Sorrentino.
📖 STO LEGGENDO
21 lezioni per il XXI secolo, di Yuval Noah Harari (Bompiani), ma non riesco ad andare avanti o a trovarlo interessante. Sarà il momento o sarà che parlare di futuro sembra inutile e paradossale ora, forse, anche se il libro è del 2018.
A proposito di niente, di Woody Allen (La nave di Teseo) che ha un titolo e una copertina bellissimi.
II maestri della luce. Conversazioni con i più grandi direttori della fotografia, di Larry Salvato e Dennis Schaeffer (Minimum Fax): sono interviste a famosi direttori della fotografia americani che parlano del loro mestiere come solo gli americani sanno fare: in modo semplice, informale, appassionante, senza filosofie o sovrastrutture mentali. Interessantissimo.
📺 STO GUARDANDO
Ho rivisto Boris e ho pensato che, come i pensieri lunghi di cui sopra, ogni opera d’ingegno dovrebbe essere valutata a cicli di 10 anni. Boris ha superato perfettamente il decennio, è una serie perfetta e durerà a occhio altri 20 anni. Perché? Perché 10 anni fa era in anticipo di 30 anni.
Per ridere, l’ultimo spettacolo di Jerry Seinfeld: 23 Hours to Kill è la conferma che è sempre il migliore.
Tales from the Loop è molto bello.
The Last Dance su Michael Jordan piace anche a chi di basketball non sa niente (come me).
🎧 STO ASCOLTANDO
Candela: è un podcast sulla fotografia in inglese condotto da Alan Schaller e Christopher Hooton. Schaller è molto famoso su Instagram dove fotografa in bianco e nero, è originale e per niente uniformato a quel certo gusto “Coca Cola” delle cose che piacciono là. Qui intervista famosi fotografi e soprattutto direttori della fotografia.
Sulla Fotografia dell’italiana e bravissima Chiara Malaspina. Parlare di qualcosa che si vede senza farlo vedere sembra impossibile ma la qualità della sua critica e scrittura superano il limite del mezzo: chiudere gli occhi e ascoltarla come fossero istruzioni d’uso. Si capiscono perfettamente.
I miei preferiti di sempre: How I Built this (interviste a innovatori e imprenditori) e Freakonomics Radio, per vedere sempre l’altro punto di vista che non consideravi e per allenarsi a non pensare mai la prima cosa che ti viene in mente.
Tantissimi Steely Dan, Felix Mendelssohn (specie i quartetti), Schubert (ossessivamente il quartetto D.810 La Morte e la Fanciulla), Bach (verticali di Ciaccona, in originale per violino e trascritta per piano - sopraffina e ineguagliata l’esecuzione di Arthur Rubinstein), McCoy Tyner, Miles Davis e De Gregori (il primo, quello coi testi che manco lui li capiva ma che testi stupendi).
🗄️ DALL'ARCHIVIO
Un’altra storia di marketing: quella di Barbara Corcoran, una straordinaria immobiliarista americana che usava un telefono rosa e che con i guadagni del suo primo contratto si comprò un bellissimo cappotto con collo in pelliccia con il quale si sentiva molto potente. Perché i dettagli contano moltissimo.
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Ho un blog dal 2003, che si chiama Semerssuaq. La prima newsletter l'ho mandata nel 2012 e l'ultima è di due settimane fa: Chattering e altre parole a caso. Ovvero: mi è tornata la stupidera, ho parlato di cose di moto, pensa, e ha avuto il 55.4% di open rate. Ne mando solitamente una alla settimana, pause escluse come quella che non sto per prendermi del tutto ora solo perché, come dicevo su, per un po' ce ne regaleranno - a me come a te - un po' di persone belle.
A proposito di persone belle e del tempo che serve per fare (o cancellare) le cose, c'è un racconto che ti consiglio di leggere, o ascoltare: La fotografia, di Silvia Middei (lei è il mio sliding doors, ma sulle cose che avrei potuto fare nella vita ci torno su un'altra volta).
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La prossima newsletter con i link delle cose che ha letto qualcun altro, quindi, arriva giovedì prossimo.
❤️ Nel frattempo fai cose belle anche tu.
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Semerssuaq, il blog di Domitilla Ferrari
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