[tl;rl] Perché non siamo più amici
Issue n.88
Men are too emotional to be president. Jill Filipovic
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«Le parole che ascoltiamo, che pronunciamo o che scegliamo di tacere plasmano la nostra mente e le nostre emozioni. Dire le cose con le parole giuste non serve solo ad esprimersi meglio, serve prima di tutto a fare chiarezza in noi. E quando nella nostra vita accade qualcosa di forte, che ci sconvolge e ci cambia, possiamo affidarci alle parole per capire, per elaborare, per superare e andare avanti. Pensate al periodo del lockdown? Certo, ma non solo», racconta Annamaria Anelli in Parole per conoscersi, su Storytel. «Continuamente attraversiamo momenti e situazioni che richiedono alla nostra mente e al nostro cuore di intervenire per trasformare la confusione e il dubbio in una risorsa».
L'altro giorno per chiarire un'idea ho registrato un audio. L'ho riascoltato. A me sembrava tutto chiaro. Ne sto ancora parlando. Non lo era, evidentemente.
Ma solo dicendo le parole a alta voce ciò che pensiamo diventa possibile. Insisto.
Sulle parole che usiamo, anche per raccontarci, leggere Trick Mirror di Jia Tolentino (NR edizioni) mi ha dato tanto da pensare (e un po' di dolore): «La donna ideale è sempre stata generica. Non ci vuole molto a immaginare la versione che oggi va per la maggiore. (...) La donna ideale ha un suo brand personale, e probabilmente un fidanzato o un marito: il tizio in questione è la concretizzazione fisica del pubblico leale e invisibile di lei, la riaffermazione del suo status di soggetto interessante, di oggetto di valore, una performance autogenerativa con un pubblico incluso. Riesci a vedere questa donna?». Io sì, che dolore.
E ora torniamo alle solite cose che è un po' che non lo facciamo.
CONSIGLI A LEADER PROMETTENTI
In questi giorni - a emergenza sanitaria non affatto rientrata, servisse ribadirlo - sto sentendo (e vedendo) tanta gente rientrata in ufficio. A Milano è tornato il traffico. Ma perché la gente vuole tornare a lavorare in ufficio? Perché da casa si lavora di più.
Lavorare a distanza non è facile, ma possiamo farlo (quasi) tutti. Una guida su come impostare il lavoro a distanza, di Erin Casali.
Lezioni di leadership a distanza da una che ne sa: Sara Rosso lavora da 10 anni per un'azienda senza uffici, Automattic.
Hai mai conosciuto un bugiardo? Il trucco penso sia nel non vergognarsi. Io mi vergognerei tantissimo. Leggi il resoconto del primo dibattito tra Trump e Biden, tra le righe ci sono altre cose della mia vita, o della tua, anche, avessi mai conosciuto una persona bugiarda, appunto. Vale anche per quegli appunti sul pessimo capo di cui, come forse sai, non parlo mai abbastanza.
📺 HO VISTO
Social Dilemma, è su Netflix. Ne hanno parlato tutti e io ho pure preso appunti mentre lo vedevo commentandolo a alta voce. Poi li ho buttati. Se vuoi un consiglio un film bellissimo e utile per capire come funziona la nostra mente è Inside Out. Sì, quello di Disney Pixar (che tra l'altro Social Dilemma cita, malissimo). Il mio più grande desiderio, era più o meno il 2002, era quello di avere un BlackBerry. Lo vedevo usare ai colleghi, quelli che lavoravano già in Rai da anni, che di anni ne avevano più di me. A pranzo ricevevano le notifiche delle agenzie. Volevo sapere tutto. Erano notizie, arrivano producendo un suono. Interrompevano ogni conversazione. E no l'iPhone è arrivato nel 2007 e io poi un BlackBerry l'ho avuto, e ho resistito tanto prima di cedere al touch nel 2014. Social Dilemma, quindi, dicevo: se non sai come funziona Internet o conosci qualcuno che non lo sa magari è pure utile. Lo hai visto? Vuoi uscire da Internet? Non puoi. Tutto è Internet, sì anche le chat su WhatsApp, certo. Mica sono solo Instagram, Facebook o TikTok a creare addiction. Barbara Pederzini ha disegnato una sua personale strategia per uscire da Instagram col suo business: è un'idea, anche se non sono d'accordo. Però parliamone. Quante notifiche hai ricevuto oggi? Quante erano inutili tipo le mie che al posto di scrivere una frase per intero te ne faccio arrivare almeno cinque prima di arrivare al punto? «Ti sfido ad un gioco settimanale su Facebook: elimina 1 contatto inutile – che sia una persona o un gruppo, un editore o un brand – che ti porta ogni volta ad elaborare un pensiero negativo o sai che non ti rappresenta più», scrive Federica Avanzi su Sapiens. Io ho fatto di più: ogni volta che ho aperto Facebook negli ultimi due mesi ho cancellato contatti. Mi ricordo come ci siamo conosciuti? No, via. Ci siamo sentiti negli ultimi due anni? No, via. Sono passata da avere più di 3500 amici su Facebook a 840. Per ora. Perché nel gioco che mi sono messa a fare con me stessa la regola è: sempre numeri tondi. E se qualcuno mi chiede la connessione e voglio accettarla devo cancellarne un'altra. A cosa serve? A farmi un'idea. Ecco perché non siamo più amici.
Sto pensando di finirla qui (I'm Thinking of Ending Things), sempre su Netflix. Lo hai visto e l'idea di produrre poesia ti piace ma pensi che dopo i 14 anni no no no? Un'alternativa è quella di fare cut-up, come racconta Valentina Cesarini che mischiando parole prese dal bugiardino del Brufen, dal tubetto di uno struccante e da un libro ha composto questa:
Gli occhi,
ad esempio:
giri la maniglia e apri la porta
ma la porta non si apre.
Alterazioni degli occhi,
del nervo...
la Resistenza.
Forse anche il film lo hanno scritto così.
🎧 STO ASCOLTANDO
L'avversario, di Emmanuel Carrère, perché mi andava di sentir raccontare di bugiardi che finiscono in prigione. Ti piacciono le storie che parlano di omicidi? A me no, ma ti consiglio Mostri di Gianluca Ferraris: un podcast sui più feroci serial killer italiani, raccontato come fosse un giallo.
🗄️ DALL'ARCHIVIO
Internet ci ascolta, sa cosa comprano i nostri amici e pure di cosa parliamo su WhatsApp.
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Ho un blog dal 2003, che si chiama Semerssuaq. La prima newsletter l'ho mandata nel 2012 e l'ultima è del mese scorso, l'oggetto è: Hai fatto la lista dei buoni propositi? Io no. e ha avuto il 50% di open rate. Sì prima era settimanale, ma non ho più tempo. In un mese di silenzio però si sono iscritte altre 52 persone: grazie per la fiducia.
💌 Ti è piaciuta questa newsletter? Dentro ci sono 2027 parole (puoi inoltrarle tutte a qualcuno a cui vorresti farle leggere: a me farebbe piacere) e 23 link per due dei quali ringrazio Francesca Marano: volevo parlare di lavoro a distanza e ho chiesto a lei il punto di vista migliore e più aggiornato da leggere, sapevo che lei lo sapeva. Quello che non sapevo era che stava ripassando per il suo nuovo ruolo a capo del Team WordPress di Yoast. A distanza, ovvio. Sincronicità. Festeggiamo! e sempre W Beyoncé. E la prossima volta mi faccio passare i link su come gestire una storia d'amore a distanza ché lei sa pure questo.
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La prossima newsletter con i link delle cose che ho letto sulle questioni fondamentali della vita che mi fanno essere felice, capire meglio, essere più consapevole, triste o arrabbiata, potrebbe arrivare il primo giovedì del mese prossimo. Senza impegno ché questa l'ho finita di scrivere mercoledì notte.
❤️ Nel frattempo fai cose belle anche tu.
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Semerssuaq, il blog di Domitilla Ferrari
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