Sei felice? (tl;rl ché è lunga pure oggi)
Issue n.64
Ho appena scoperto che il mio telefono ha un filtro contro le telefonate moleste, la mia aspettativa di vita si è appena allungata di almeno 5 anni. Giulio Passerini
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Ieri sono stata a un evento sulla Customer Experience dal titolo bellissimo: Una storia d'amore nell'era dello Swipe. Fabrizio Vagliasindi, docente di Design Strategico della Comunicazione ha iniziato così: «Insegnare è una presa di coscienza della propria ignoranza, chi insegna storia del '600 studia una cosa ferma e ogni anno può essere più bravo: io entro in aula e gli studenti mi guardano come se parlassi del Carosello perché loro sono sempre più avanti di noi nell'uso delle cose».
Questo è il motivo per cui io non parlo mai di come funzionano le piattaforme, ma parlo di obiettivi, di come raggiungerli e di quali mezzi abbiamo a disposizione. E sempre racconto cosa c’è sotto a quegli strumenti: noi.
L'uso della tecnologia incide sulla nostra vita rendendoci più veloci, come ha detto Vagliasindi: «Il consumatore non è cambiato, sono cambiati comportamento e aspettative».
Oggi in poco più di un secondo passiamo al prossimo contenuto da visualizzare e il six-second ads non è un formato, è lo spazio di una storia come lo sono i 30 secondi degli spot in tv. E pensare che la prima pubblicità televisiva della storia è durata 9 secondi, il tempo per la voce fuori campo di dire: «America runs on Bulova time». Era il 1941, lo spot era costato 4 dollari. Oggi 15 minuti di spot nelle reti italiane possono costare dai 10 mila euro di un programma che non arriva al 10% di share ai 200 mila euro del prime time di Sanremo (e se vi piacciono i numeri, come piacciono a me, qui ci sono i listini di Rai pubblicità).
È un riassunto che vale come bignami del marketing. Ma se non ti bastasse leggi quali sono i trend del Digital Marketing per il 2020 secondo 8 esperti italiani e internazionali (e tra loro ci sono anche io che parlo - guarda un po' - di newsletter di contenuto indipendenti).
E ora torniamo alle solite cose: dimmi, sei felice?
Ho scaricato Daylio, un coffee tracker e Woebot, ma ti parlo solo di quest'ultima app: c'entrano i soliti studi e studiosi della Stanford University, l'Intelligenza Artificiale al suo meglio. Altro che chatbot dell'assistenza clienti. Sembra di stare in una possibile stagione di Maniac, senza l'estetica retrofuturistica - di cui parla Paolo Armelli qui - ma solo con l'elaborazione del supercomputer che prova emozioni e le condivide.
Lo considero un esperimento.
A proposito di esperimenti, sto ancora leggendo Attraversare i muri, l'autobiografia di Marina Abramović che nel 1974 a Napoli diede vita alla performance Rhythm 0 mettendo a disposizione del pubblico il suo corpo e 72 oggetti che aveva disposto su un tavolo, alcuni innocui altri letali (c'erano anche una pistola, un proiettile e due coltelli; qui c'è l'elenco completo, qua un video in cui lei parla di quella che ha definito la sua pièce più estrema, mostrandone delle immagini).
Da quella performance Marina Abramović ha detto di aver imparato che se lasci la scelta al pubblico questo può ucciderti: «If you leave it up to the audience, they can kill you» che è anche il titolo di un'installazione del 2019 di Sarah Shelby il cui lavoro si concentra sulle conseguenze del targeting psicografico (come racconta in questo video). Anche lei ha chiesto al pubblico di interagire con l'opera, ma tweettando. Usando la sentiment analysis ogni tweet innescava il rilascio di una dose d'acqua o di veleno a una rosa. Il tema: capire le conseguenze di distanza e anonimato sulle nostre interazioni.
E questo direi che vale come consigli a leader promettenti.
📊 DATI
Se ti interessano qui è possibile candidarsi - entro l'11 febbraio - per una borsa di studio al corso di specializzazione in Digital Marketing e Big Data che parte a marzo allo IED.
⚠️ UNA COSA CHE TI CONSIGLIO ASSAI è pensare al tuo prossimo viaggio, magari usando la lista delle città in cui mangiare nel 2020 secondo Eater. Ma se vuoi andare sul classico qui ci sono le guide gastronomiche di chi viaggia per cibo.
🍝 PARLA COME MAGNI
Oggi a pranzo ho parlato di è una lista che aggiorno dopo pranzo, quando ho conversazioni interessanti. Spesso.
📺 STO GUARDANDO
The Good Place su Netflix, fantasy sul cosa succede dopo la morte, che mi ha fatto pensare a:
la sindrome dell'impostore;
Dead Like Me, che cito spesso sul perché le cose devono andare come devono andare.
🎧 STO ASCOLTANDO
Homo Deus, breve storia del futuro di Yuval Noah Harari uscito oggi su Storytel.
📆 APPUNTAMENTI
sabato 8 febbraio sono a Mantova a tenere un workshop su come far circolare idee per creare connessioni utili per il proprio lavoro. Ci vediamo lì?
🗄️ DALL'ARCHIVIO
Un debito le idee, ovvero: come provare a cambiare le cose.
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Ho un blog dal 2003, che si chiama Semerssuaq. La prima newsletter l'ho mandata nel 2012 e l'ultima è della settimana scorsa. L'oggetto è: Quanto si deve crederci? e ha avuto il 56.9% di open rate. Se sei tra i nuovi iscritti di questa settimana ti consiglio la lettura della newsletter di fine 2019 che contiene 80 link, conclusioni e previsioni per il 2020.
💌 Ti è piaciuta questa newsletter? Dentro ci sono solo 26 link e solo 1077 parole e puoi inoltrarle tutte a qualcuno a cui vorresti farle leggere. A me farebbe piacere.
📩 Te l'hanno inoltrata? Non la ricevi perché non ti sei mai iscritta/o: puoi rimediare lasciando la tua mail qua. Sei indecisa/o? 👍 Hai ragione: di mail ne riceviamo già tutti troppe, ma se ti va qui e qui trovi un po' di quelle cose belle che chi la riceve mi scrive, vale come recensione.
La prossima newsletter con i link delle cose che ho letto sulle questioni fondamentali della vita (che mi fanno essere felice, capire meglio, essere più consapevole, triste o arrabbiata), potrebbe arrivare giovedì prossimo.
❤️ Nel frattempo fai cose belle.
📮 Ricevi questa mail perché sei tra i 3152 iscritti alla newsletter di
Semerssuaq, il blog di Domitilla Ferrari
🐌 tl;rl sta per too long, read later al posto di tl;dr (troppo lungo, non letto): prediti i tempo che serve.
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