Se vedi qualcosa sotto lo standard e non fai nulla, allora hai impostato un nuovo standard, cit.
Issue n.60
Non so perché vi stupite di tutti questi fascisti in giro. Io sulla possibilità di educare le opinioni altrui ho abdicato quando ho visto su Anobii uno che dava zero stellette a L.A. Confidential perché "i dialoghi sono brutti, banali e privi della giusta tensione".
Gianluca Ferraris
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E io invece in questa possibilità ci credo.
E credo che quest'assunzione di responsabilità tocchi a tutti, come scrive Marianna Aprile in Il grande inganno. First lady, nemiche perfette ed eroine silenti. Così la politica nasconde le donne, (Piemme): «(...) essendo profondamente convinta che i giornali, e ancor più quelli a larghissima diffusione, debbano farsi parte attiva di una crescita culturale. Limitarsi ad avere un ruolo confermativo (di modelli, temi, talvolta stereotipi), significa in qualche misura decidere di rinunciare ha una funzione culturale che i giornali hanno ed è giusto che abbiano. È come se si abdicasse al proprio ruolo e ci si lasciasse guidare dal mainstream che - sappiamo bene - tende al basso. Che poi sia un metodo che funziona, in termini di vendite (e di consenso, se parliamo di politica), non c’è dubbio. Ma continuo a chiedermi dove ci stia portando, e non solo in politica».
Sugli stereotipi che riassumono e semplificano ci torno spesso. Ragioniamo così per non stancarci, ma facendo danni.
Roberto Recchioni, in questa lunga intervista, dice: «(...) il fumetto è un linguaggio semplice, di sintesi; e la sintesi va benissimo, è la grande forza del fumetto, ma la sintesi non si adatta a raccontare la complessità del mondo reale. La stilizzazione è bellissima ma se stilizzi troppo, arrivi a far delle semplificazioni su cose che, invece, necessitano di sfumature per essere capite davvero. Dividere il mondo tra “buoni” e “cattivi”, per esempio, sarebbe bellissimo ma è impossibile. La semplificazione porta alla polarizzazione delle opinioni, la polarizzazione delle opinioni porta al tifo. Il tifo porta ad avere Salvini al governo».
E ora torniamo alle solite cose.
IL BIGNAMI DEL MARKETING
Elon Musk ha fatto la macchina che tutti abbiamo disegnato a 6 anni, quindi non si può che amarla.
«Passi il peccato originale di comunicare solo per essere alla moda, ma quello che è più grave è stata l’incapacità di interpretare strategicamente e coerentemente lo stare sui social», spiega Vincenzo Cosenza.
Come si informa la generazione Z (e cosa dobbiamo sapere su TikTok).
È uscito il CMO report 2019 di Dentsu Aegis Network, si scarica qui, si parla sempre di digital transformation, ma il sondaggio rivela che il 79% dei marketing manager ritiene di dover ancora trasformare, non solo ottimizzare, il proprio business attraverso l'adozione di tecnologie digitali (per cui è importante partire dalle persone).
Cerchi mai online informazioni su cose che stai per comprare mentre sei in negozio? Lo facciamo tutti.
«Ogni giorno quasi tre miliardi di persone in 212 paesi usano sette miliardi di volte i 3.178 emoji che si trovano su tutti i telefoni. Se fosse considerata una lingua come le altre, sarebbe la più usata al mondo», dice Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale (e qui c'è una guida per capire le emoji).
La gente inizia a non fidarsi più degli hashtag.
«Ci piace sorridere degli influencer, siamo troppo scafati per caderci, ma sopravvalutiamo la nostra capacità di influenzare», sul perché proviamo soddisfazione nel lamentarci pubblicamente del ritardo di un treno, dell'errore di una pizzeria o dei disservizi di una linea telefonica.
«Questo è un mestiere che si fa ogni giorno più complesso. Sempre di più i nostri temi s’intrecciano con il sentire della società civile. È per questo che adesso serve la massima attenzione da parte di tutti. Soprattutto da parte di chi costruisce i messaggi delle marche. Finalmente abbiamo una responsabilità. Siamo tornati ad avere una responsabilità, perché siamo dentro le conversazioni di migliaia, in alcuni casi milioni di persone. Se non coltiviamo questa sensibilità perdiamo una grande occasione. Noi e i nostri clienti con noi», Paolo Iabichino in un post dal titolo bellissimo: Lorem Ipsum. È meglio il finto testo, di un testo finto.
CONSIGLI PER LEADER PROMETTENTI
«Se vedi qualcosa che discosta dalla cultura aziendale (o quello che vorresti lo fosse) e lo ignori, hai creato una nuova cultura», spiega Ben Horowitz mutuando un detto militare che recita: «If you see something below standard and do nothing, then you've set a new standard». Ora che lo so non parlerò di altro a lungo.
Perché non riusciamo più a organizzare un incontro. Vale anche per quelli nel tempo libero, certo.
Con queste 13 domande Google sa capire chi è un buon manager. Si possono usare anche come autoanalisi, e sì c'è anche saper ascoltare.
Ma serve anche saper osservare e capire il contesto come mi ha spiegato Elisa Motterle qui parlando di bon ton (se ti interessa a febbraio terrà un corso di galateo contemporaneo che potrebbe andare nella tua wishlist).
⚠️ UNA COSA CHE TI CONSIGLIO ASSAI è la lista collaborativa di libri che ci aiutano a immaginare il futuro partendo dai dati lanciata da Mafe de Baggis.
Possiamo collaborare tutti: tu quale libro consiglieresti? Per farlo basta taggare @mafedebaggis o usare #regalailfuturo.
IL SITO BELLISSIMO DELLA SETTIMANA
Non non è una nuova rubrica, o non lo so: ma Martino Pietropoli ha un sito nuovo molto bello.
.... 🍝 PARLA COME MAGNI
Oggi a pranzo ho parlato di è una lista che aggiorno dopo pranzo, quando ho conversazioni interessanti. Spesso.
📖 STO LEGGENDO Confidenza, di Domenico Starnone (Einaudi).
📺 STO GUARDANDO tutti gli speciali su Netflix di Iliza Shlesinger. ⭐ Recensione espressa in numero di faccine che ridono: 😆😆😆😆😆
🎧 STO ASCOLTANDO Francesco Costa raccontare, su Storytel, l'attualità americana attraverso la storia di sette dei suoi protagonisti. La prima puntata parla di Beyoncé che - come dice Francesca Marano - is always the answer. Il podcast si chiama The Big Seven (e la puntata su Ruth Bader Ginsburg secondo me parla d'amore).
⭐ Recensione espressa in reazioni sconsiderate: Beyoncé entra nella sala della conferenza stampa in cui ammette di aver cantato in playback al Superbowl, chiede a tutti di alzarsi e canta live l'inno nazionale. Poi chiede: «Avete domande?».
Ho pianto.
Francesco è bravissimo. Se c'è un fanclub a cui iscriversi vorrei saperlo.
LISTA DEL VOGLIO
Andare alla mostra di Daniel Steegmann Mangrané all'Hangar Bicocca.
I tatuaggi temporanei di Tattly per il New York Times dedicati a Modern Love (di cui avevo parlato qui).
🎄 NON È MAI TROPPO TARDI PER PENSARE AI REGALI DI NATALE
Myriam Sabolla organizza un Christmas special food tour di Milano. I biglietti si comprano qui.
Chi lo ha detto che non si possono regalare calzini? A me questi piacciono molto.
🗄️ DALL'ARCHIVIO
È uscito su Prime Video il film su Chiara Ferragni presentato a Venezia. Qui c'è una recensione per interposta persona.
👉 E PER FINIRE: PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ
Hai già ascoltato la serie audio di Due gradi e mezzo di separazione prodotta da Storytel e letta da me?
Parlo di networking e capitale sociale, privacy e consapevolezza, di come stare in Rete. E di come tenere tutto in ordine.
Se l'hai già ascoltata, dimmi: cosa ne pensi? E se vuoi qualche suggerimento per continuare a ascoltare libri sul tema dai un'occhiata alla lista che ho creato su Storytel.
Se non l'hai ancora fatto 🎁 qui c'è un mese di prova gratis che così puoi ascoltare la serie (e tutto quel che ti va).
RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Ho un blog dal 2003, la prima newsletter l'ho mandata nel 2012 e Semerssuaq non è un nome di fantasia.
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La prossima newsletter con i link delle cose che ho letto, cose sulle questioni fondamentali della vita (che mi fanno essere felice, capire meglio, essere più consapevole, triste o arrabbiata), potrebbe arrivare giovedì prossimo o quello dopo e poi se ne parla a gennaio.
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